Articoli marcati con tag ‘calligrafia’
Caratteri dell’anno
sabato, 9 gennaio 2010Come ogni gennaio, la redazione di MyFonts ha reso noti nella propria newsletter i dieci caratteri da stampa di maggior successo nell’anno passato. Oltre al solito gran numero di script – tutti eccellenti: dall’incredibile Champion Script Pro, passando per il Liza Pro, al fantastico Memoriam di Canada Type, autori del più bel Clarendon della storia digitale – una menzione speciale meritano il Calluna dell’olandese Jos Buivenga e l’Alright Sans di Okay Type.
Il Calluna è nato un po’ per caso, racconta Buivenga, mentre cercava di costruire un carattere con grazie partendo dal suo premiatissimo Museo. Ne è uscita fuori una famiglia contemporanea, grazie anche alle grazie ‘direzionali’. Ottimo per la titolazione, Calluna è stato utilizzato anche per impaginare un libro: funziona quindi anche a piccole dimensioni. Ed è praticamente gratuito.
L’Alright Sans, invece,è un carattere senza grazie che combina la purezza dello stile geometrico con la personalità dei caratteri umanistici. Per essere un must have gli manca solo una famiglia condensed. Poi sarà pronto, com’è stato per il Gotham – noto per la campagna elettorale di Barack Obama –, ad occupare le pagine di ogni quotidiano e rivista. Lo è di già per riempire il materiale di propaganda delle prossime elezioni.
Ultima menzione per il Narziss di Hubert Jocham. Si tratta di un carattere di grandi impatto e sperimentazione: il coraggioso designer ha esplorato le caratteristiche più estreme dei caratteri moderni – Didone, Bodoni, etc. – portando all’eccesso il contrasto fra le aste e le barre orizzontali. Geniale. Non manca tanto per vederlo usato in testate e titoli di riviste femminili, nella versione Swirl, e maschili, nella versione Drops.
Applauso.
Un normale giovedì sera
venerdì, 16 ottobre 2009«Ci vediamo, eh, però ho da lavorare». E quando la fidanzata è una giornalista, si passa dall’inaugurazione di una mostra al Vittoriano al party per l’apertura del Festival internazionale del film di Roma.
Che c’entrano questi appuntamenti col mestiere? Intanto, le relazioni – specie per un freelance, soprattutto per chi ha cominciato da poco – sono lo strumento principale: più di qualsiasi applicativo Quark o Adobe. Non c’è miglior strumento di propaganda del proprio lavoro che la referenza di un cliente precedente, che il passaparola. Poi, perché a volte – casualmente – si fanno incontri meravigliosi come quello con la Maestra Anna Ronchi, presidente onoraria dell’Associazione Calligrafica Italiana. Una donna gentilissima, di una delicatezza straordinaria e che ci ha regalato, fra le varie opere di calligrafia che ha realizzato davanti ai nostri occhi, un bellissimo alfabeto black chancery.
Sono ovviamente cominciate chiacchiere sull’importanza del segno, sul significato del simbolo-lettera, sull’importanza per un graphic designer di conoscere la storia e la tecnica della scrittura per poter padroneggiare l’ars typographica e quindi abbinare caratteri da stampa storicamente adeguati al progetto.
Tutto qui? No. Dopo averci, appunto, donato alcune sue opere, è giunto il momento dei saluti: Margherita ed io dovevamo andare all’appuntamento mondano del giorno. Stretta di mano, quindi, ringraziamenti e biglietti da visita. E la risata che sfugge dalle labbra di quella donna serissima e sempre concentrata alla vista del mio.
Già, il biglietto da visita. Un graphic designer – ed un freelance a maggior ragione – ne ha sempre mezza dozzina nel portafogli. E sono, devono essere, memorabili.
Se il compito di un graphic designer è rendere un messaggio comprensibile, immediatamente fruibile al destinatario, bisogna cominciare da sé e quindi dai propri biglietti da visita. Devono associare immediatamente chi si è a ciò che si fa. Devono assomigliare ai nostri progetti o a quelli che vorremmo realizzare. Sul tema dei biglietti da visita torneremo presto, e più volte, data la importanza di questo semplice atto di cortesia, di questo strumento di relazione.
Sergio ‘Chef’ Carravetta